Alla Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, tavola Rotonda su “L’urbanistica delle città come strumento di contrasto al disagio e alla criminalità urbana”

Nella mattinata del 5 febbraio, il Direttore della Scuola, Maurizio Vallone, ha avuto il piacere di salutare e ringraziare tutti gli invitati alla Tavola Rotonda su “L’urbanistica delle città come strumento di contrasto al disagio e alla criminalità urbana” tenutasi presso l’Auditorium “Carlo Mosca” di questo Istituto.

Per l’occasione erano presenti l’On. Chiara Colosimo, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, la dott.ssa Liana Esposito, Sostituto Procuratore presso Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il Prefetto Antonio De Iesu – Assessore alla Polizia Municipale e alla legalità del Comune di Napoli, l’architetto Simone Micheli, fondatore dello Studio d’Architettura “Simone Micheli Architectural Hero”, l’ingegnere Maurizio Veloccia, Assessore all’Urbanistica di Roma e l’architetto Massimo Roj, A.D. dello Studio d’Architettura Progetto CMR.

Moderatrice d’eccezione, la dott.ssa Francesca Fagnani, giornalista e conduttrice televisiva che ha aperto i lavori affrontando il delicato tema del degrado urbanistico come uno delle cause della criminalità, riportando il pensiero di uno scrittore, Sandro Bonvissuto, profondo conoscitore del pianeta carcere che recita “Mi chiedo se sia possibile attribuire al male dei canoni architettonici, ma chiunque l’abbia concepito è esperto di male; il male come allucinante evidenza…”.

La Fagnani parte da questo punto di vista lasciando la parola al Prefetto De Iesu che con la sua lunghissima esperienza e profonda conoscenza della criminalità napoletana, racconta alla platea quanto di profondo conosce dei quartieri più degradati di Napoli, descrivendola, con una citazione dello scrittore Maurizio Di Giovanni “…abbiamo l’inferno sotto i piedi – con riferimento al magma dei vulcani presenti nel sottosuolo -, il paradiso sulla testa – il cielo azzurro – e Napoli è il purgatorio”.

Nelle città cambia la portata del problema securitario: non più solo prevenzione e repressione dei reati, ma soprattutto promozione e garanzia di migliori condizioni di vivibilità. Questo è quanto emerso attraverso anche l’esperienza dell’Architetto Massimo Roj, che con il suo progetto di riqualificazione dell’edilizia popolare nella zona di San Siro a Milano, racconta di una progettazione che guarda al futuro. Infatti è proprio questo lo scopo della riqualificazione di San Siro, pensare a coloro che cercando lavoro trovano una città industriosa che dia la possibilità di vivere e vivere a misura d’uomo.

Ma le città sono cambiate e non sempre i cambiamenti sono positivi. 

L’attenzione dello Stato ormai è sempre più crescente, in quanto per poter procedere ad un riordino delle città, si deve intervenire con politiche differenti, in ambiti differenziati tra loro, ma nello stesso tempo strettamente collegati.

La dottoressa Esposito parte proprio da questo, raccontando quanto, nell’ultimo decennio, le indagini di sistema sui clan camorristici della provincia di Napoli inquadrino e si concentrino sempre sui comprensori urbanistici edificati con la legge 219/1981. Ciò non è un caso: si tratta di contesti di assoluto degrado sociale ed urbano prima che criminale, in cui la Camorra trova terreno fertile per impiantare le piazze di spaccio e per reperire manovalanza criminale, avendo acquisito il totale controllo non solo criminale ma anche culturale su quelle comunità, in cui gli abitanti sono coinvolti nella devianza criminale o tenuti in ostaggio. Tocca allo Stato imporre modelli culturali alternativi validi.

Ma il tema dell’urbanistica come progetto di contrasto alla criminalità come viene materialmente affrontato dallo Stato?

La risposta all’Assessore Veloccia che ci ricorda come la chiave di volta sia proprio lo Stato. L’urbanista e l’architetto, spiega Veloccia, sono fondamentali perché detentori del valore sociale di quel progetto, perché colui che pianifica e progetta ha una grande responsabilità nei confronti di colui che fruirà del progetto stesso.

Si tratta di obiettivi che si cerca di raggiungere attraverso l’integrazione delle politiche pubbliche e le politiche di sicurezza, la pianificazione urbanistica, la salvaguardia del territorio, l’integrazione sociale e culturale, la risoluzione dei conflitti, l’educazione alla legalità.

Proprio quest’ultima quale insegnamento nelle scuole, le stesse scuole che sono di fondamentale importanza e valida alternativa per quei ragazzi che sono cresciuti con una visione non solo distorta della vita, ma con una bruttezza interiore che diventerà con il tempo un modo di essere, di vivere.

E’ proprio ciò che racconta l’Architetto Simone Micheli che nel suo intervento, cita Monsignor Giuliano Agresti che afferma “…attraverso la bellezza le cose si possono variare”.

Per determinare un futuro migliore, dice Micheli, bisogna lavorare tutti insieme, perchè il miglioramento riguarda tutti gli attori, che siano amministratori, politichi o architetti.

Le conclusioni di questo Tavola Rotonda sono dell’Onorevole Colosimo che ringraziando tutti gli intervenuti ricorda che le nostre città non possono essere città dove esistono due istituzioni: lo Stato e l’anti Stato e per risolvere questo grave problema si può partire anche dall’Urbanistica, Urbanistica come strumento di contrasto al disagio e alla criminalità urbana.