Nell’ambito degli approfondimenti tematici delle attività seminariali previsti dal piano di studi del XXXVII corso di Alta formazione e del 116° Corso di aggiornamento, nella mattinata del 9 maggio 2022 si è svolta nell’auditorium “Prefetto Carlo Mosca” la tavola rotonda sul tema “Prevenzione e contrasto alle mafie”.
Il dibattito, moderato dal Vicedirettore de “La Repubblica” dott. Gianluca di Feo, ha visto la partecipazione, in qualità di relatori, del Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Roma dott. Michele Prestipino, del Manager Privacy presso il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri Gen. C.A. Giuseppe Governale, già Comandante del ROS e Direttore della DIA, e del Professore ordinario di Economia aziendale e Prorettore all’organizzazione e progetti gestionali e al merchandising dell’Università degli studi di Padova prof. Antonio Parbonetti.
L’incontro, come evidenziato nel suo indirizzo di saluto dal Direttore della Scuola di Perfezionamento Gen. D. CC Giuseppe La Gala, ha inteso analizzare l’evoluzione del fenomeno mafioso e delle relative metodologie di contrasto con un approccio – che ormai contraddistingue tutta l’attività didattica dell’istituto – di tipo multi-soggettivo, coinvolgendo relatori che, sulla scorta del rispettivo bagaglio esperienziale, affrontino la tematica da differenti punti di vista: tecnico-giuridico, tecnico-operativo e tecnico-economico.
In particolare, il dott. Prestipino, con un intervento sul tema “Mafia e antimafia a 30 anni dalle stragi”, ha chiarito come negli ultimi anni il metodo mafioso si sia radicalmente modificato, in quanto non più finalizzato allo stragismo, ma alla delocalizzazione economica dei proventi delle attività criminali e alla costruzione di solide relazioni affaristiche con il mondo sia politico che imprenditoriale, nonché al consolidamento del consenso sociale.
Il Generale Governale, autore tra l’altro dell’interessante saggio “Sapevamo già tutto – Perché la mafia resiste e dovevamo combatterla prima” ha, poi, sottolineato come la criminalità organizzata di stampo mafioso sia un fenomeno ormai “sistemico”, capace di permeare ogni livello della società, individuando quale valido strumento di difesa “il distanziamento sociale”, attraverso un’attività di contrasto che coinvolga non soltanto la magistratura e le forze di polizia, ma ogni possibile istituzione che operi nel nostro Paese (Scuola, Sanità, Chiesa, ecc.).
Il prof. Parbonetti, a conclusione dei lavori, nel sintetizzare gli studi condotti negli ultimi anni sui rapporti e gli scambi tra attori economici e mafie, riportati nell’interessante pubblicazione “La presenza delle mafie nell’economia: profili e modelli operativi”, recentemente pubblicata dalla Padova University Press, ha rivolto la sua attenzione alle caratteristiche delle aziende che, nel tessuto produttivo sano di molte regioni del centro-nord Italia ed estere, risultano connesse alle organizzazioni criminali mafiose.