Nella giornata del 14 marzo 2022, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) è stata protagonista di un seminario cui hanno partecipato i dirigenti delle forze di polizia frequentatori del XXXVII corso di Alta formazione, i funzionari frequentatori del 23° corso di Analisi criminale di 2° livello e numerose autorità istituzionali, alcune in presenza ed altre collegate in videoconferenza.
Nell’occasione, subito dopo l’intervento di saluto del Direttore della Scuola, Gen. D. Giuseppe La Gala, l’Avv. Giuseppe Busia, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), ha tenuto una conferenza sul tema “Il ruolo e le competenze dell’Autorità Nazionale Anticorruzione”, nella quale ha fornito un’articolata analisi delle numerose mission istituzionali dell’autorità amministrativa indipendente da lui diretta, impegnata nella vigilanza sull’applicazione della normativa anticorruzione e sul rispetto degli obblighi di trasparenza, sul conferimento degli incarichi pubblici, sui conflitti di interesse dei funzionari e sull’affidamento ed esecuzione dei contratti pubblici. Il Presidente Busia ha inoltre sottolineato come l’attività dell’Autorità e i presidi normativi in funzione anticorruzione abbiano portata ben più ampia del mero accertamento di condotte penalmente rilevanti, essendo prioritariamente finalizzati a favorire sia la prevenzione degli atti illeciti che la trasparenza e il buon andamento dell’attività amministrativa.
Il seminario è proseguito con il contributo della dott.ssa Laura Valli, Consigliere della stessa ANAC, la quale ha incentrato il proprio intervento sul tema “La disciplina del whistleblowing: il quadro normativo nazionale, le linee guida dell’ANAC e le novità introdotte dalla Direttiva europea n. 1937/2019”. La relatrice ha fornito una approfondita panoramica legislativa sulla figura del cd. “whistleblower”, che si identifica nel pubblico dipendente che, nell’interesse dell’integrità della pubblica amministrazione, segnala al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), o denuncia all’autorità giudiziaria ordinaria o a quella contabile, condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro.